Imperatore romano. Compagno d'armi di Diocleziano, fu da lui associato al potere
nel 285 come Cesare e nel 286 come Augusto, con l'incarico di difendere
l'Occidente dai barbari. Dominatore dell'Italia e dell'Africa, combatté
contro Alamanni, Burgundi, Franchi e Galli. Nel 293, in seguito alla creazione
della tetrarchia, affidò la Britannia e la Gallia a Costanzo e
successivamente si recò in Africa a combattere contro i Mauretani ribelli
(297-98). Abdicò insieme a Diocleziano nel 305, ritirandosi in Lucania,
ma poco dopo riprese il potere su richiesta del figlio Massenzio, usurpatore del
potere imperiale, che egli difese contro Severo e Galerio. Bandito poi dallo
stesso Massenzio, si rifugiò presso Costantino (marito di Fausta, sua
figlia) che egli aveva nominato Augusto; fu però costretto alla fuga per
aver cercato di detronizzarlo e di ucciderlo. Venne ucciso per ordine di
Costantino (presso Sirmio, Pannonia 250 - Marsiglia 310).